#aumento Irpef
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pier-carlo-universe · 1 month ago
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Alessandria: aumento Tari e conferma addizionali Irpef per il 2025. La Lega denuncia oneri aggiuntivi per le famiglie e una gestione critica di AMAG
La città di Alessandria si prepara ad affrontare un aumento indiretto sulla Tari per il 2025, che comporterà un aggravio di almeno 100 euro a famiglia.
La città di Alessandria si prepara ad affrontare un aumento indiretto sulla Tari per il 2025, che comporterà un aggravio di almeno 100 euro a famiglia. Questo ulteriore costo riguarderà in particolare i residenti di condomini nei quartieri già serviti dal porta a porta, come il Centro e il Cristo, oltre alla conferma delle addizionali comunali Irpef. A denunciarlo è il Gruppo Consiliare della…
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ilpianistasultetto · 2 years ago
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IL DECRETO 1MAGGIO SPIEGATO IN PAROLE POVERE (ma vere).
Giorgia Meloni: "il piu' grande taglio di tasse da decenni". I tromboni dell'informazione amica si sono scatenati: " da 70 a 150 euro in piu' in busta paga" e i fans della donna, madre e cristiana tutti ad imitare Petrolini: " Bene, Brava, Grazie!"..
Adesso provo a spiegarvi cosa troverete nello stipendio da luglio a dicembre 2023. Viene tagliata la quota contribitiva inps che il lavoratore paga in busta di 4punti. Si passera' dal 6,19% al 2,19%. Uno stipendio lordo di 1900 euro (1500 netti) si trova adesso una ritenuta inps pari a 118 euro. Con il nuovo decreto la ritenuta inps sara' di 42 euro. Differenza in busta paga: + 76 euro. Questo aumento, pero', finisce nella parte tassata irpef e comporta circa 18 euro di imposte in piu'. In soldoni, la busta paga sara' piu' pesante di 58 euro "puliti".. si potrebbe dire: "meglio di niente! E' pur sempre un aumento." Stipendi piu' bassi prenderanno 30 euro circa e stipendi piu' alti arriveranno a 70euro circa. Si potrebbe dire: "anche pochi, comunque sono in piu'."
Pero'...c'e' in pero'.. il 30 giugno scade il decreto per gli aiuti in bolletta, dell' azzeramento oneri, l' iva agevolata al 5% e il bonus energia per chi aveva isee sotto i 12mila euro. Il risparmio, comunicato da diversi studi, parlano di circa 53 euro mensili per famiglia. Decreto che non verra' riproposto.
Insomma, una partita di giro furbetta, perche' il taglio sulle bollette non lo vedi, non lo capisci perche' non e' scritto quanto avresti pagato senza aiuti di Stato. Invece nella tua busta paga lo vedi scritto quanto prendi in piu' e quindi di chi e' il merito..Amen..
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forzaitaliatoscana · 2 months ago
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Sanità: Raccolta firme per abbassare addizionale Irpef
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Sanità: al via mobilitazione Forza Italia, a dicembre raccolta firme per abbassare addizionale Irpef. Il capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale della Toscana e segretario regionale Marco Stella: "Stangata continua, Giani non ha mantenuto le promesse. Livello prestazioni SST deficitario" Sarà dedicato alla mobilitazione contro l'aumento dell'addizionale Irpef il mese di dicembre, da parte di Forza Italia Toscana. Il partito organizzerà dei gazebo per una raccolta firme a supporto dell'emendamento che Forza Italia presenterà in Consiglio regionale, per chiedere di abbassare, con la manovra 2025, l'aliquota Irpef alzata lo scorso anno dal governatore Eugenio Giani. Lo ha annunciato oggi in conferenza stampa il segretario regionale di Forza Italia Toscana, Marco Stella. "Parte una mobilitazione per chiedere al governatore Giani di mantenere le promesse, perché i politici - ha sottolineato Stella - sono giudicati su quello che dicono, sulle promesse che fanno, ma soprattutto sugli atti conseguenti. Ci era stato detto, rispetto all'aumento dell'addizionale Irpef, che è la più grande stangata che ci sia mai stata in Italia con oltre 250 milioni presi dalle tasche dei cittadini, che l'aliquota sarebbe stata abbassata. Ci rendiamo conto che non è così, nei bilanci della Regione non c'è una voce che preveda un abbassamento".
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"A dicembre - ha spiegato - saremo mobilitati per chiedere ai cittadini di firmare l'emendamento che presenteremo al bilancio previsionale 2025 per il ritorno all'aliquota Irpef pre-stangata. Oltretutto, il gettito stimato dalla Regione è persino superiore alle attese, tanto che nell'ultima variazione di bilancio sono emersi 40 milioni in più, anche questi messi sulla spesa sanitaria. L'aumento dell'Irpef equivale per ogni cittadino a 36, 50, 70 euro fino a oltre 3 mila € l'anno. Chiediamo che la politica mantenga le promesse, ma soprattutto che la sinistra non aumenti le tasse e faccia quello che aveva detto". Ai gazebo, che inizieranno venerdì 6 dicembre, i militanti azzurri distribuiranno un volantino con un riepilogo dei rincari per ciascuna fascia di reddito toccata. "Era stato detto che si trattava solo di una decisione una tantum per coprire i buchi di bilancio della sanità, invece ci rendiamo conto che quest'aumento diventa strutturale", ha affermato Stella, evidenziando che "tra l'altro, a questo aumento non corrisponde neppure un miglioramento dei servizi sanitari. Rispetto ai tempi medi previsti per legge, per l'erogazione delle prestazioni in Toscana c'è una disomogeneità abissale, alcune zone sono dei veri e propri buchi rossi in cui viene soddisfatto solo il 10% delle persone. Questo è inaccettabile in generale, a maggior ragione - ha aggiunto - se vengono aumentate le tasse di oltre 250 milioni per coprire la spesa sanitaria".
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notiziariofinanziario · 9 months ago
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Il controllo di gestione è necessario per la sopravvivenza dell'azienda
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Alcune aziende fanno il controllo di gestione internamente assumendo contabili preparati, mentre altre decidono di affidare questo compito a un commercialista. La contabilità obbligatoria però non serve a soddisfare esigenze di controllo strategico della società, ma ha, più che altro, sempre avuto una valenza di controllo tecnico dei costi e ricavi finalizzato al calcolo delle imposte. Infatti, le ditte individuali e le società di persone che non raggiungono limiti di fatturato (400mila euro, per le imprese aventi per oggetto prestazioni di servizi, e 700mila euro, per le imprese aventi per oggetto altre attività) hanno la facoltà di tenere una contabilità semplificata. La contabilità semplificata, come dice la parola, omette tutti i movimenti finanziari di credito e debito limitandosi ai movimenti economici utili al calcolo dell’imponibile fiscale Irap, Irpef e Iva. Ma nella contabilità ordinaria la situazione non è molto diversa. Sicuramente beneficia anche della registrazione delle movimentazioni finanziarie ma non ha comunque un’impostazione di controllo strategico, ma possiamo definirlo controllo basico. Le aziende, invece, oggi hanno bisogno di un controllo specifico e analitico che porta con sé peculiari indici di bilancio essenziali per il settore in cui opera l’azienda. Per esempio, se una società opera nel commercio di beni quotati (esempio: rame, riso, grano) il bilancio necessita di una valutazione anche per quantità. Perché un bilancio con un fatturato maggiore dell’anno precedente potrebbe essere frutto di un aumento del prezzo del bene più che di un aumento delle quantità vendute. Inoltre, la contabilità tradizionale accoglie elementi di costo e ricavo che non movimentano denaro. Sempre di più, infatti, le banche tendono a riclassificare i bilanci, a chiedere dettagli e a impostare una valutazione analitica che va oltre i dati ufficiali obbligatori. Oggi le aziende devono dotarsi di un sistema di controllo per anticipare le crisi e ottenere una serie di valori utili per fronteggiare difficoltà, ma anche piani di sviluppo elevati. Le norme più recenti spingono verso questa direzione. Il Codice della crisi di azienda già obbligherebbe le imprese a lavorare su modelli di controllo anti-crisi, e lo stesso vale per il modello cosiddetto della Legge 231 del 2001 che introduce modelli di controllo nelle procedure aziendali e nel sistema di rilevazione dati. Il modello 231 è valido solo per le grandi aziende e aziende di particolari settori, ma già il Codice della crisi entrato in vigore pochi anni fa riprende concetti proprio del modello 231 e li applica a tutte le imprese. Alla base della norma c’è la prevenzione della crisi aziendale e solo applicando modelli di controllo continuativo è possibile evitare o limitare questi eventi spesso irrisolvibili. Anche il Governo e le autorità europee hanno compreso come il sistema contabile tradizionale sia insufficiente a un corretto sistema di direzione aziendale. È troppo lento, crea dati aggregati e non analitici e si basa troppo su aspetti fiscali e poco su aspetti finanziari. Read the full article
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lamilanomagazine · 10 months ago
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Regione Liguria: nel 2024 maggiorazione regionale all'addizionale Irpef ridotta o azzerata per circa 800mila liguri
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Regione Liguria: nel 2024 maggiorazione regionale all'addizionale Irpef ridotta o azzerata per circa 800mila liguri. Sono circa 800mila i contribuenti liguri con redditi fino a 50mila euro che vedranno azzerata (redditi fino a 28mila euro) o ridotta la maggiorazione regionale Irpef nelle loro buste paga, con un risparmio sul prelievo fiscale che va da 50 a 150 euro annui. Lo prevede il disegno di legge varato dalla Giunta regionale su proposta del presidente e assessore al Bilancio Giovanni Toti. "Si tratta della più importante manovra fiscale degli ultimi anni per la Liguria - dichiara Toti - che garantisce più soldi nelle tasche di migliaia di cittadini e va incontro ad un elementare criterio di equità, lasciando più risorse alle famiglie più fragili. Voglio ringraziare i sindacati per il costruttivo confronto che ci ha permesso di arrivare a questo risultato, frutto degli impegni assunti con il protocollo d'intesa siglato il 19 dicembre scorso per individuare ulteriori misure di riduzione della pressione fiscale sui redditi medio bassi. Riteniamo che questa ulteriore e imponente manovra costituisca anche un sostegno alla domanda interna regionale, con un effetto positivo sulla crescita e sull'occupazione". Nelle more del processo di riordino della fiscalità degli enti territoriali, utilizzando la finestra concessa dal governo fino al 15 aprile per la rimodulazione delle fasce di reddito, Regione Liguria ha deciso di adeguare il sistema fiscale regionale a quello adottato dal governo accorpando le prime due fasce di reddito: per il 2024 l'azzeramento della maggiorazione regionale sull'Irpef, finora previsto in Liguria per i redditi fino a 15mila euro, si estende a tutti i contribuenti con un reddito fino a 28mila euro, a prescindere dalla composizione del nucleo familiare, con un evidente riduzione della pressione fiscale sulle fasce di reddito medio basse. Il beneficio derivante da questa modifica normativa mantiene i suoi effetti in parte anche sui contribuenti della fascia di reddito successiva per effetto della progressività cui è improntato il sistema fiscale. Solo i contribuenti con redditi a partire da 65mila euro (il 4% del totale) avranno un moderato e progressivo aumento del prelievo, non superiore a circa 130 euro annui. "Tutto questo si aggiunge alle altre azioni che abbiamo messo in campo quest'anno a favore, sostanzialmente, delle stesse fasce di popolazione – spiega ancora Toti -. Mi riferisco alla gratuità del trasporto ferroviario regionale per tutti gli studenti fino a 19 anni e lo sconto del 50% fino a 26 anni e la gratuità degli asili nido per migliaia di bambini, con evidenti positive ricadute anche sotto il profilo occupazionale. Credo davvero che abbiamo ampiamente recuperato la perdita di potere di acquisto che ha colpito le famiglie a causa dell'inflazione e credo anche che la Liguria sia la regione più avanzata in termini di azioni a sostegno dei redditi delle famiglie".... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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cinquecolonnemagazine · 11 months ago
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Riforma Fiscale: istruzioni per il 2024
Le istruzioni per la riforma fiscale del 2024 sono state pubblicate dall'Agenzia delle Entrate il 6 febbraio, dando il via libera a una serie di cambiamenti che interesseranno tutti i contribuenti italiani. Cosa cambia con la nuova riforma fiscale? La modifica più significativa riguarda la riduzione delle aliquote IRPEF da 4 a 3: - 23% per redditi fino a 28.000 euro (prima era 23% fino a 15.000 euro e 25% fino a 28.000 euro) - 35% per redditi da 28.000 euro a 50.000 euro (prima era 35% da 28.000 euro a 75.000 euro) - 43% per redditi superiori a 50.000 euro (invariato) Un esempio pratico Supponiamo che un lavoratore dipendente abbia un reddito di 35.000 euro nel 2024. Con la vecchia Irpef, avrebbe pagato 6.375 euro di tasse. Con la nuova Irpef, pagherà 5.950 euro di tasse, con un risparmio di 425 euro. Non solo aliquote La riforma interviene anche su altri fronti: - Aumento della detrazione da lavoro dipendente: da 1.880 euro a 1.955 euro per il 2024. - Revisione delle detrazioni fiscali: riduzione dell'ammontare per alcuni oneri per i redditi sopra i 50.000 euro. - Abrogazione dell'ACE: l'agevolazione per la capitalizzazione delle imprese non sarà più applicabile dal 2024. Cosa fare ora? 1. Calcola il tuo risparmio: - L'Agenzia delle Entrate ha messo a disposizione un simulatore sul suo sito web per avere una stima delle tasse da pagare nel 2024. 2. Consulta un commercialista: - Se hai dubbi o necessiti di una valutazione personalizzata, è consigliabile rivolgersi a un professionista. 3. Rimani aggiornato: - Segui i canali ufficiali dell'Agenzia delle Entrate per ricevere le ultime informazioni sulla riforma. A quando ulteriori dettagli e sviluppi? Le prime stime parlano di un beneficio per la maggior parte dei contribuenti, con un risparmio medio di circa 300 euro annui. Tuttavia, l'impatto effettivo dipenderà dal reddito individuale e dalle detrazioni e deduzioni a cui si ha diritto. La riforma fiscale del 2024 rappresenta un passo avanti importante verso un sistema fiscale più equo e semplice? Che questo sia il primo tassello di un disegno più ampio che, si spera, porterà a un miglioramento del sistema economico italiano nel suo complesso? Foto di Steve Buissinne da Pixabay Read the full article
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delectablywaywardbeard-blog · 11 months ago
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Al via l'Irpef a tre aliquote, la guida dell'Agenzia delle Entrate
Riduzione delle aliquote Irpef da 4 a 3, detrazione da lavoro dipendente con un aumento di 75 euro, riduzione dell’ammontare delle detrazioni spettanti per alcuni oneri per i redditi sopra i 50 mila euro e abrogazione dell’agevolazione per la capitalizzazione delle imprese (Ace).     Arrivano le istruzioni operative dell’Agenzia delle Entrate sul primo modulo della riforma fiscale. La circolare…
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scienza-magia · 1 year ago
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Fasce di reddito e cuneo fiscale problemi di decontribuzione
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Cuneo fiscale, perché dopo 35mila euro di reddito diventa una trappola. Superando di un solo euro la soglia di reddito di 35mila euro si perdono 1.100 euro all’anno. Se la decontribuzione diventasse permanente indurrebbe un forte disincentivo al lavoro e renderebbe più complesso il raggiungimento degli accordi di rinnovo contrattuale Il taglio del cuneo fiscale previsto per il 2024 presenta una “trappola”: superando di un solo euro la soglia di reddito di 35mila euro si perdono 1.100 euro all’anno. L’allarme arriva dall’Upb, durante l’audizione davanti alle commissioni Bilancio di Senato e Camera sulla manovra. Un fenomeno che, avverte la presidente Livia Cavallari, «assumerebbe rilevanza sostanziale qualora la decontribuzione dovesse essere trasformata da intervento temporaneo a permanente» perché «da un lato indurrebbe un forte disincentivo al lavoro e, dall’altro, renderebbe più complesso il raggiungimento degli accordi di rinnovo contrattuale, questione che assume particolare importanza dopo l’erosione del potere d’acquisto prodotta dall’inflazione». Il taglio per fasce Ma come è possibile? Il taglio del cuneo avviene per fasce: la riduzione di 7 punti percentuali è applicata mensilmente ai lavoratori la cui retribuzione di riferimento (imponibile previdenziale determinato mensilmente e comprensivo del rateo di tredicesima) non supera 1.923 euro, ovvero circa 25.000 euro annui considerando tredici mensilità; lo sconto scende al 6 per cento sull’intera retribuzione quando questa supera la soglia e fino all’importo di 2.692 euro, circa 35.000 euro annui. Il paradosso: cosa succede se la retribuzione lorda supera la soglia di 35mila euro Lo sgravio raggiunge un massimo di circa 1.600 euro in corrispondenza del limite superiore della prima fascia e di poco più di 1.900 euro in corrispondenza di quello della seconda fascia. Ma l’applicazione dello sconto per fasce e non per scaglioni comporta che mentre superare la prima di un solo euro comporti una riduzione dello sconto (e quindi una riduzione del reddito disponibile) di circa 150 euro, la riduzione del reddito disponibile risulta invece molto maggiore (circa 1.100 euro) se la retribuzione lorda supera la soglia di 35.000 euro. Come funziona il meccanismo distorsivo È un effetto simile a quello già riscontrato in occasione del “bonus Renzi”. Il brusco venir meno del beneficio al superamento dei 2.962euro di retribuzione lorda mensile introduce una forte discontinuitànel rapporto tra retribuzione lorda e netta. E questo rende poco attraente e conveniente, per azienda e dipendenti, un aumento di stipendio. Proprio l’effetto distorsivo segnalato dall’Ufficio parlamentare di bilancio. Taglio cuneo e rimodulazione Irpef, chi ne beneficia di più L’effetto della rimodulazione delle aliquote Irpef e del taglio del cuneo fiscale, sempre secondo le analisi dell’Upb, è più consistente per gli operai, con un vantaggio medio della categoria del 3,4 per cento dell’imponibile, seguiti dagli impiegati con un più contenuto 1,9 per cento. Per i pensionati, l’incidenza del beneficio e il beneficio assoluto risultano inferiori a quelli di operai e impiegati. La decontribuzione premia sempre, in rapporto al reddito, in modo particolare i più giovani, soprattutto entro i 35 anni. Manovra 2024, dal ritorno di quota 103 al taglio del cuneo fiscale: Ecco le novità. Read the full article
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piusolbiate · 3 years ago
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D.U.P. DOCUMENTO UNICO DI PROGRAMMAZIONE 2023-2025 (Parte seconda)
EQUILIBRI DI PARTE CORRENTE E GENERALE Anche il 2022 si preannuncia complesso dal punto di vista finanziario per i Comuni a causa dei rincari dei prezzi dei beni e dei servizi trainati dal costo dell’energia (l’inflazione attesa per l’anno in corso e’ pari al 6,8% - Fonte Banca d’Italia). Senza dimenticare l’emergenza COVD-19. In particolare, rilevante è l’impatto dei costi per l’approvvigionamento energetico sulle casse del Comune. Per far fronte a detto rincaro e alle spese dovute all’emergenza COVID, così come consentito in via eccezionale per il 2022, si è già dovuto ricorrere a prelevare fondi dall’avanzo di amministrazione (quota libera) per sostenere la spesa corrente (al momento, considerando le variazioni già approvate e quelle da approvare, per un importo pari a più di 200 mila Euro, di cui circa 130 mila per far fronte all’incremento dei costi energetici relativi soprattutto ai consumi di gas metano). La “parte del leone” nell’aumento della bolletta energetica la fa l’impianto natatorio che registra un aumento di costi atteso, al momento, per più di 100 mila Euro rispetto al 2021 (considerando la sola quota a carico del Comune). Quanto sopra, ancora una volta, va a minare la sostenibilità’ degli equilibri di bilancio per la parte corrente. Non è intenzione di questa Amministrazione, se non costretti, di incrementare ulteriormente la pressione fiscale locale (Addizionale IRPEF, IMU, ecc.). Di conseguenza, qualora la suddetta situazione, così come pare, dovesse proseguire sarà inevitabile, oltre che continuare ad investire nell’efficientamento energetico per recuperare i ritardi del passato, porre mano a tagli di spesa corrente nell’area dei servizi non essenziali che possono essere cancellati e/o sospesi anche temporaneamente senza che si verifichino ricadute importanti sulla Cittadinanza. La TARI continuerà ad essere volta unicamente a coprire i costi del servizio, tenuto conto sia delle novità introdotte per i produttori di rifiuti non domestici, sia l’effetto inflazione sull’adeguamento dei corrispettivi dei servizi previsti dal vigente contratto. Per quanto riguarda la gestione del servizio idrico, passata così come vuole la legge alla società Alfa S.r.l., si attende di conoscere quali saranno e se vi saranno impatti sui Cittadini e sull’Amministrazione, così come più volte menzionato nel passato, che deriveranno dall’allineamento delle tariffe locali con quelle provinciali decise dalle Autorità di settore. Tra l’altro, si è sempre in attesa di conoscere le conclusioni a cui perverrà ARERA a fronte di una verifica effettuata proprio sulle tariffe applicate negli anni passati. Da ultimo, per dare stabilità e continuità alle fonti di entrata, qualora il contenzioso in essere tra la Regione Lombardia e Federalberghi dovesse chiudersi con una sentenza favorevole alla prima, è intenzione di questa Amministrazione introdurre l’Imposta di Soggiorno così come si era iniziato a fare nel 2020. Sul fronte spese correnti, la priorità è sempre quella di assicurare il sostenimento di tutte le spese per i servizi essenziali alla Comunità. In primis quelle sociali che hanno visto nel corso di questa legislatura un costante aumento anno dopo anno. E vista l’attuale situazione economica generale non ci si attende nulla di diverso in futuro. Continua anche la partita per la futura gestione della piscina comunale che, dopo il ripiano delle perdite dovute all’emergenza COVID-19 nei due anni passati oltre a quella registrata nel 2017, soffre ora per quanto già menzionato in precedenza dell’aumento significativo delle spese per energia. Ciò fa si che la stessa stia divenendo sempre più un onere insostenibile per le casse comunali e per i Cittadini in questo particolare frangente. Prosegue la razionalizzazione dei vari aggregati di spesa. Visto l’aumento delle spese per l’energia, vanno in questa direzione gli investimenti in efficientamento energetico al fine di mitigare il costo della relativa bolletta e recuperare i ritardi accumulati negli anni passati. Interventi che continueranno anche in futuro. Infatti, dopo il campo di calcio, la scuola media e il passaggio ai Led per i lampioni e alcune strutture Comunali, si sta ora completando l’impianto fotovoltaico a la sostituzione dei serramenti alla scuola elementare e sono in attesa di possibili finanziamenti statali/regionali gli interventi sulla caldaia delle scuole medie e sull’efficientamento energetico della piscina e della scuola materna. Per quanto riguarda gli investimenti, continua la realizzazione di quanto avviato negli anni precedenti, nonché la ricerca di bandi regionali e legati al P.N.R.R. per il finanziamento di nuovi progetti (es. riqualificazione urbana, piscina, fianchi valle, scuola materna, caldaia scuola media). Il tutto, al momento, sempre finanziato con mezzi propri e risorse derivanti da trasferimenti statali, regionali e oneri di urbanizzazione.
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corallorosso · 6 years ago
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Gli italiani non sono impazziti.
Il loro voto alla Lega, partito che promette più sicurezza e stop all'invasione, è la comprensibile risposta a un'Italia in piena emergenza criminalità e immigrazione. Un Paese in cui gli stranieri sono arrivati a costituire il 30% della popolazione. In cui i musulmani sono diventati il 20%. In cui viviamo nel terrore degli attentati di matrice islamica. In cui gli stranieri costano agli italiani miliardi e miliardi. In cui gli omicidi e tutti i reati predatori sono in drammatico aumento. In cui la disoccupazione è ormai al 40%. Come fai, in un'Italia così, a non preoccuparti, a definire ingiustificati i timori degli italiani? Come fai a non affidarti a un partito che promette le giuste risposte a questo scenario? E allora dov'è il problema nel voto alla Lega? Il problema è quel Paese lì, quell'Italia lì, che per milioni di italiani è l'Italia reale, semplicemente non esiste. In Italia gli stranieri non sono il 30%, ma l'8,5%. In Italia i musulmani non sono il 20%, ma il 2,3%. In Italia la disoccupazione non è al 40%, ma al 10,7%. In Italia i morti per terrorismo islamico sono zero. Quelli per terrorismo italiano migliaia. In Italia gli stranieri versano 8 miliardi di IRPEF, 13 miliardi di contributi previdenziali e producono il 9% del PIL, pari a 130 miliardi all'anno. In Italia gli omicidi non sono in aumento, ma sono diminuiti da 627 a 355 in dieci anni. In Italia le rapine non sono in aumento, ma sono diminuite da 52.210 a 30.040 in dieci anni. In Italia i furti non sono in aumento, ma sono diminuiti da 1.637.000 a 1.252.000 in dieci anni. In Italia gli stupri non sono in aumento, ma sono diminuiti da 4.897 a 4.046 in dieci anni. E' questo il problema. Il problema, come rivelano tutte le indagini sulla percezione degli italiani (tra cui quella IPSOS da cui ho preso questi numeri), è che milioni di italiani sono convinti che l'Italia sia quella degli stranieri al 30%, dei musulmani al 20%, dei crimini in aumento, ecc. E votano di conseguenza chiedendo soluzioni reali a problemi inventati, alimentati, pompati con Fake News, Talk, interviste, e con un Ministro degli Interni che spende decine di migliaia di euro per sponsorizzare su Facebook post che riguardano reati commessi da immigrati. Lo stesso Ministro che poi, guarda caso, di questo divario tra "Italia percepita" e "Italia reale" (il divario più ampio in Europa) ne gode prendendo più voti di tutti in Europa. Intanto i problemi reali restano lì a distruggere il Paese perché siamo troppo occupati a parlare di emergenze percepite e sponsorizzate su Facebook. L'unica via d'uscita? Investire sulla realtà. Fare campagne di informazione fini a se stesse. Diffondere i dati reali. Solo dopo aver fatto questo, se gli italiani continueranno a voler perdere tempo e soldi dietro a problemi inventati, anziché quelli reali (evasione fiscale a 200 miliardi, corruzione, mafia, inefficienza, burocrazia, ecc.), allora sì che potremo dire che gli italiani sono impazziti. Fino ad allora voglio credere che siano, almeno per la maggioranza, vittime di una scientifica e criminale campagna di paura e odio. Emilio Mola
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paoloxl · 6 years ago
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(via Gli italiani non sono impazziti. | VENTO RIBELLE)
Il loro voto alla Lega, partito che promette più sicurezza e stop all'invasione, è la comprensibile risposta a un'Italia in piena emergenza criminalità e immigrazione. Un Paese in cui gli stranieri sono arrivati a costituire il 30% della popolazione. In cui i musulmani sono diventati il 20%. In cui viviamo nel terrore degli attentati di matrice islamica. In cui gli stranieri costano agli italiani miliardi e miliardi. In cui gli omicidi e tutti i reati predatori sono in drammatico aumento. In cui la disoccupazione è ormai al 40%. Come fai, in un'Italia così, a non preoccuparti, a definire ingiustificati i timori degli italiani? Come fai a non affidarti a un partito che promette le giuste risposte a questo scenario? E allora dov'è il problema nel voto alla Lega? Il problema è quel Paese lì, quell'Italia lì, che per milioni di italiani è l'Italia reale, semplicemente non esiste. In Italia gli stranieri non sono il 30%, ma l'8,5%. In Italia i musulmani non sono il 20%, ma il 2,3%. In Italia la disoccupazione non è al 40%, ma al 10,7%. In Italia i morti per terrorismo islamico sono zero. Quelli per terrorismo italiano migliaia. In Italia gli stranieri versano 8 miliardi di IRPEF, 13 miliardi di contributi previdenziali e producono il 9% del PIL, pari a 130 miliardi all'anno. In Italia gli omicidi non sono in aumento, ma sono diminuiti da 627 a 355 in dieci anni. In Italia le rapine non sono in aumento, ma sono diminuite da 52.210 a 30.040 in dieci anni. In Italia i furti non sono in aumento, ma sono diminuiti da 1.637.000 a 1.252.000 in dieci anni. In Italia gli stupri non sono in aumento, ma sono diminuiti da 4.897 a 4.046 in dieci anni. E' questo il problema. Il problema, come rivelano tutte le indagini sulla percezione degli italiani (tra cui quella IPSOS da cui ho preso questi numeri), è che milioni di italiani sono convinti che l'Italia sia quella degli stranieri al 30%, dei musulmani al 20%, dei crimini in aumento, ecc. E votano di conseguenza chiedendo soluzioni reali a problemi inventati, alimentati, pompati con Fake News, Talk, interviste, e con un Ministro degli Interni che spende decine di migliaia di euro per sponsorizzare su Facebook post che riguardano reati commessi da immigrati. Lo stesso Ministro che poi, guarda caso, di questo divario tra "Italia percepita" e "Italia reale" (il divario più ampio in Europa) ne gode prendendo più voti di tutti in Europa. Intanto i problemi reali restano lì a distruggere il Paese perché siamo troppo occupati a parlare di emergenze percepite e sponsorizzate su Facebook. L'unica via d'uscita? Investire sulla realtà. Fare campagne di informazione fini a se stesse. Diffondere i dati reali. Solo dopo aver fatto questo, se gli italiani continueranno a voler perdere tempo e soldi dietro a problemi inventati, anziché quelli reali (evasione fiscale a 200 miliardi, corruzione, mafia, inefficienza, burocrazia, ecc.), allora sì che potremo dire che gli italiani sono impazziti. Fino ad allora voglio credere che siano, almeno per la maggioranza, vittime di una scientifica e criminale campagna di paura e odio. Emilio Mola
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tifatait · 3 years ago
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Salerno, aumento Irpef congelato: l’opzione "Pulita" - Cronaca | www.lacittadisalerno.it
Salerno, aumento Irpef congelato: l’opzione “Pulita” – Cronaca | www.lacittadisalerno.it
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forzaitaliatoscana · 2 months ago
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Toscana, Stella: altri 80 milioni sul sistema sanitario
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Il capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale della Toscana e segretario regionale Marco Stella: "Altri 80 milioni di euro sul sistema sanitario, voragine senza fine. Ma Giani non aveva detto che avrebbe abbassato l'Irpef, dopo averla aumentata?" "Nella terza variazione al bilancio di previsione finanziaria 2024-2026, la sinistra ha previsto ulteriori 80 milioni di euro per il sistema sanitario regionale, che è ormai una voragine senza fine per le tasche dei contribuenti toscani, senza tra l'altro che a questi aumenti corrisponda un miglioramento dei servizi. Ma il presidente Giani non aveva detto che avrebbe abbassato l'aliquota Irpef, dopo averla aumentata appena un anno fa?". Lo afferma il capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale della Toscana, Marco Stella. "Appena 11 mesi fa, giova ricordarlo - evidenzia Stella - la Giunta regionale di sinistra ha aumentato l'Irpef per 270 milioni, per andare a coprire in parte i 400 milioni di euro di sforamento del bilancio della sanità toscana. In questi anni il Pd e la sinistra hanno accumulato un debito gigantesco in sanità, e ora non sanno come fare per rimediare alla sua cattiva gestione, e lo fanno, come sempre fanno i progressisti: aumentando le tasse. Noi diciamo no a qualsiasi aumento della tassazione, e chiediamo il taglio delle spese clientelari e improduttive". "Il Governo di centrodestra - ricorda Stella - ha trasferito nel 2023 alla Regione Toscana per la sanità quasi 8 miliardi di euro, per l'esattezza 7,93 miliardi. È una cifra nettamente superiore a quella degli anni precedenti, per cui la sinistra la smetta subito di cercare di far ricadere le colpe sull'esecutivo nazionale". Coordinamento regionale Forza Italia Toscana Follow @FI_ToscanaTweet to @FI_Toscana
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cinquecolonnemagazine · 1 year ago
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Stop al Decreto Crescita nel calcio, cosa cambia?
Lo stop al Decreto Crescita nel calcio, approvato dal Consiglio dei Ministri del 28 dicembre, avrà importanti ripercussioni sul mondo del pallone italiano. Cos'era il Decreto Crescita? Il Decreto Crescita, introdotto nel 2019, prevedeva innanzitutto una riduzione dell'aliquota IRPEF dal 27% al 19% per i lavoratori dipendenti e autonomi che trasferivano la propria residenza fiscale in Italia per un massimo di cinque anni. Questa agevolazione è stata ampiamente sfruttata dalle società di calcio italiane per ridurre il costo del lavoro dei calciatori stranieri, che rappresentano la maggioranza dei giocatori della Serie A. Quali saranno le conseguenze? Con lo stop al Decreto Crescita, le società di calcio italiane dovranno pagare il 27% di IRPEF su tutti gli stipendi dei calciatori, indipendentemente dalla loro nazionalità. Questo significa che i club dovranno soprattutto sostenere un costo maggiore per i propri giocatori, che potrebbe portare a una riduzione della spesa sul mercato e a un abbassamento del livello tecnico del campionato. Inoltre, lo stop al Decreto Crescita potrebbe rendere più difficile per le società di calcio italiane competere con le squadre di altri paesi, che spesso beneficiano di agevolazioni fiscali simili. Ecco alcuni possibili scenari che potrebbero verificarsi in seguito allo stop al Decreto Crescita: - Riduzione della spesa sul mercato: le società di calcio italiane potrebbero ridurre la spesa sul mercato per i calciatori, preferendo puntare su giocatori più giovani e meno costosi. Questo potrebbe portare a un abbassamento del livello tecnico del campionato. - Aumento delle tasse per i calciatori: i calciatori stranieri potrebbero richiedere un aumento degli stipendi per compensare la perdita delle agevolazioni fiscali. Questo potrebbe portare a un aumento dei costi per le società di calcio. - Difficoltà a competere con le squadre di altri paesi: le società di calcio italiane potrebbero avere più difficoltà a competere con le squadre di altri paesi, che spesso beneficiano di agevolazioni fiscali simili. Questo potrebbe portare a un ulteriore aumento del divario tra il calcio italiano e il calcio europeo. La Lega Serie A ha espresso la propria contrarietà allo stop al Decreto Crescita, definendolo soprattutto un "errore" che "compromette la competitività del calcio italiano". Foto di StockSnap da Pixabay Read the full article
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Cuneo e prima aliquota Irpef, modifiche collegate
Una prima modifica delle aliquote Irpef, partendo da un aumento della soglia del primo scaglione, potrebbe entrare nella manovra. Servirebbe ad accompagnare e potenziare il taglio del cuneo fiscale sui redditi più bassi.     “Se do più soldi col cuneo, poi vengono mangiati dall’aliquota fiscale al 23% della prima aliquota”, ha spiegato il viceministro all’Economia Maurizio Leo che gestisce i…
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piusolbiate · 5 years ago
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Approvazione Nota di Aggiornamneto al DUP 2020/2022
LISTA CIVICA PIU’ SOLBIATE
OGGETTO: Dichiarazione di voto relativa al punto 3 in o.d.g. del Consiglio Comunale del 28.12.2019 avente ad oggetto APPROVAZIONE NOTA DI AGGIORNAMENTO AL DUP 2020/2022, BILANCIO DI PREVISIONE 2020/2022 E RELATIVI ALLEGATI.
Premesso che negli ultimi anni gli enti locali hanno riscontrato sempre più difficoltà economiche per la progressiva diminuzione dei trasferimenti statali a loro dedicati, che nella realtà solbiatese vedono un ulteriore ribasso del 5% per il 2020, riteniamo di primaria importanza che si tenga conto, al di là della valutazione di freddi numeri - sui quali inevitabilmente la Giunta deve lavorare -, della situazione economica italiana in generale e di quella dei nostri concittadini in particolare.
In coerenza con quanto proposto alle cittadine e ai cittadini solbiatesi, i primi sei mesi del nostro mandato amministrativo sono stati dedicati, tra le altre cose, ad una attenta ricognizione e verifica delle risorse disponibili a bilancio. Le verifiche effettuate hanno certificato una situazione di deficit riguardante le partite correnti, che ha assunto oramai una forma strutturale e che risulta coperto, negli anni precedenti, solamente da entrate straordinarie. Il pareggio di parte corrente è stato conseguito anche nel 2019 grazie a una entrata una tantum rappresentata dalle concessioni anticipate per antenne telefoniche di 235mila euro. E’ stata inoltre sollecitata l’attività di recupero dell’evasione dei tributi locali tralasciata dalla precedente amministrazione e che permette una maggiore entrata per il prossimo anno.
Particolare attenzione è stata poi dedicata all’analisi delle motivazioni che porteranno nel 2020 all’entrata a pieno regime degli aumenti tariffari relativi alla gestione dei rifiuti, di cui i solbiatesi hanno già avuto un assaggio nel 2019, mentre il bando avrebbe dovuto portare a delle riduzioni, come avvenuto in altri Comuni della Valle. Tali aumenti sono da imputare alla scelta, ereditata da questa amministrazione, di acquistare a listino dal gestore il servizio di spazzamento delle strade anziché metterlo a bando, scelta che porta a far lievitare il costo per questa voce di spesa a 128mila euro, cioè di ben 53mila euro in più rispetto agli anni precedenti il 2019. Inoltre si dovrà attendere la definizione di un contenzioso aperto con un importante contribuente Tari, il quale reclama l’errata classificazione, risalente al 2013, della propria attività, e che potrebbe comportare la riduzione dell’imposta per questo contribuente, con conseguente ulteriore aumento per i cittadini.
Il quadro delle situazioni critiche che abbiamo ereditato e che alcuni impropriamente definiscono in maniera positiva come rendite sulle quali la nostra gestione vive, riguardano inoltre nel dettaglio:
-          La farmacia comunale, che presenta una perdita di circa 65mila euro a fronte di una previsione della precedente amministrazione di un utile per il primo anno di 12mila euro (con uno scostamento quindi di ben 77mila euro). Questa perdita comporta il mancato introito del canone per le regole inserite in una convenzione palesemente a sfavore del nostro Comune;
-          La piscina comunale, che rappresenta un onere sempre più insostenibile per la nostra comunità con un canone di concessione che definire irrisorio è riduttivo (vergognoso sarebbe più appropriato, considerando che si tratta di 10.000,00 euro annuali), l’obbligo di ripianamento delle perdite (106mila euro nel 2017) ed infine i costi di funzionamento che pesano per 107mila euro annui. A questo si aggiunga la notizia, pervenuta solamente nel mese di Novembre scorso, del fallimento a Marzo 2018, della Società Finanziaria che aveva concesso la fidejussione al precedente gestore fallito, e che rende impossibile l’incasso di ulteriori 200mila euro;
-          Gli inesistenti, o quasi, interventi di efficientamento energetico delle strutture pubbliche che avrebbero potuto garantire una riduzione della spesa per tali voci in bilancio.
Nonostante queste premesse preoccupanti abbiamo focalizzato il nostro impegno nello scongiurare un aumento dell’addizionale Irpef che graverebbe ulteriormente sui nostri concittadini e, quindi, sui loro bilanci familiari.
Per queste ragioni non possiamo che accogliere con grande favore l’impegno della Giunta nel ridiscutere da subito le convenzioni in essere per la gestione di farmacia e piscina, nel tentativo di stralciare le clausole che addebitano le perdite all’amministrazione comunale e, quindi, ai cittadini.
Accogliamo inoltre con molto favore l’introduzione delle fasce Isee per la determinazione delle rette relative ai servizi scolastici e culturali, così come l’istituzione del fondo sociale: un primo modo per costruire maggiore equità, pur in una situazione critica come quella illustrata.
Infine, la linea tracciata rispetto alla gestione del patrimonio pubblico, con la razionalizzazione nella gestione degli appartamenti e le scelte verso l’efficientamento energetico, appaiono una scelta convincente e solida per costruire economie e offrire migliori servizi.
Concludiamo affermando che le nostre scelte politiche di amministrare Solbiate saranno sempre improntate verso azioni virtuose che permettano di mantenere e, dove possibile, migliorare i livelli quantitativi e qualitativi dei servizi offerti a cittadini ed imprese.
Auspichiamo che da parte della minoranza si cominci veramente, e non solo con dichiarazioni alla stampa o in interviste su tv locali, a “Servire Solbiate” con proposte credibili e soluzioni contabili praticabili perché una buona amministrazione deve rendere conto ai propri cittadini circa le decisioni prese, con coraggio, non nascondendo le difficoltà riscontrate per le limitate risorse disponibili sempre nell’ottica della concretezza, della trasparenza e del senso di giustizia. Le chiacchiere e le polemiche non sono la risposta da servire ai Solbiatesi.
Per questi motivi esprimiamo il nostro voto favorevole.
 Solbiate Olona, 28.12.2019
                                                                                     Lista civica Più Solbiate
                                                                                                         I consiglieri
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(Foto di Giuseppe Goglio)
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